Perché?
PERCHÉ?
Queste foto sono tratte da un videofilm realizzato da un’infermiera del reparto di neonatologia intensiva dell’Inselspital di BERNA.
La mia testa tenuta sù dal mio naso ferito!
Dimostrano una totale ignoranza di come si usa quel tipo di CPAP. Infatti, la mia testa era costantemente appoggiata sul marchingegno. Ho sofferto in modo indicibile. Ho urlato, pianto, mi sono dimenato, ho strappato via i tubi, ma lo staff medico era invischiato nelle bugie dette ai miei genitori e non hanno fatto nulla. Ogni quattro ore mi torturavano togliendomi il CPAP per le cure. Per rimettermi il marchingegno spesso le infermiere dovevano chiamare aiuto. Io mi difendevo, ma vincevano sempre loro. Ero esausto e le apnee e le bradicardie si facevano sempre più profonde e richiedevano stimolazioni sempre più forti.
Il risultato è stato la TOTALE necrosi del mio setto nasale già dopo 3 o 4 giorni. Hanno continuato ad utilizzare il mio nasino per altri venti giorni. Inserivano con violenza quei due rostri rigidi in una ferita che sanguinava e continuavano ad appoggiare la mia testa sul tubo trasversale anche lui rigido.
McVey C Department of Psychology, Glasgow Caledonian University, Scotland. Increases in medical expertise and technological advances have enabled the survival of very preterm babies who form a new and growing population. Comparisons between the foetus, full-term baby and the very preterm baby indicate that by the time the foetus is of 23 weeks gestation, many of the abilities, for example, sensing touch, hearing, seeing, moving and even learning may be common to all three. Thus, the very preterm infant who has been described as a unique organism, is not passive, but is a sentient being who is unlikely to survive without the medical and technical support of the Neonatal Intensive Care Unit (NICU) where he/she is exposed to frequent and regular medical procedures. Many of these procedures would be, for any normal, fully developed human being at best uncomfortable and at worst painful. Reviews within the past 10 years have shown that the neurochemical, anatomic and functional systems of newborns are developed enough to perceive pain. More importantly, rat pup studies have indicated that not only may the very preterm baby experience pain but it may experience it more intensely than the more mature infant. Moreover, there may be serious consequences of repeated painful medical intervention. Alleviation of pain and/or distress in very preterm infants is, therefore, an important issue. |
Commento di papà!
Ecco le spiegazioni datemi dal primario di neonatologia cure intense (NICU) dell’Inselspital di Berna il 27 di maggio 1999 davanti al direttore dell’Inselspital dott. Bircher sul “trattamento” del naso di Francecso Ugo e sull’insistenza nell’utilizzare il CPAP in quel modo. Secondo il Professor Pfenninger il motivo principale per mantenere quel tipo di CPAP era la paura di portare “l’eventuale” infezione del naso nei polmoni. Alla mia domanda sul perché non utilizzarono antibiotici rispose che potevano servire per infezioni più serie. È utile precisare che il bambino era nutrito con una sonda gastrica e che un’eventuale intubazione “naso- tracheale” poteva diventare “bucco-tracheale” (scusatemi gli eventuali termini improprii!) senza problemi di sorta. Inoltre, l’ineffabile professore mi disse che avevano (il team del NICU) a lungo discusso della possibilità che si trattasse di un “noma”, cancro facciale rarissimo, e che non sapevano bene come fare. Un’infermiera straordinaria ha fatto il ponteggio (si rifiutava di lavorare se non le lo lasciavano fare), pero’ troppo tardi, mi avevano già distrutto il naso e tumefatto il viso e le sofferenze che pativo hanno provocato, molto probabilmente, severissime lesioni cerebrali!!!
Ho incassato tutto e mi sono permesso di chiedere perché lasciavano Francesco Ugo letteralmente impiccato per il naso al CPAP e la risposta è stata a dir poco pirotecnica: secondo lui respirava comunque meglio sulla pancia che non sulla schiena!!!!. Dunque…, si trattava di un’infezione lasciata andare per paura di portarla nei polmoni e non curata per paura di abituare il bambino agli antibiotici – e’ da notare che ogni 4 ore si puliva il naso e si aspiravano i polmoni con la stessa sonda – o forse di un cancro facciale e……., dulcis in fundo: “le sofferenze lo facevano respirare meglio”. Il “professore” però non ha risposto alla mia domanda sul perché non è stato detto niente ai genitori. Locatelli Mauro |